Quarantena

Sono vissuto incompiuto,

lasciando congelata la leggera sfera in cui avevo risposto il cuore.

Ho strappato il tessuto di pelle incollato dalle parole

che mi univano alla luce più tenue e alla più piccola particella animata, nascosta alla vista e tanto chiara

al sudore asciugato dai giorni.

Sono come chiunque respira con i polmoni schiacciati tra le protettive mura dell’assenza; come un fiore cresciuto troppo in alto

e al riparo di una roccia sospesa, non oscillo spinto

dal vento dell’incontro.

Le ore passano dimenticate dalle ferite non ancora avute e un volo di cardellino,

in questo tempo vivo fuori di me, distrae i rimpianti stesi

sul letto dei ricordi.

Voglio abbracciarmi a questi, con la voglia di bere un sorso

di tutti i nuovi pensieri lacrimati dalla pena del mondo;

perché queste mura crolleranno, spinte dai rami rivolti al cielo

e l’aria dove oggi si nasconde la paura del respiro,

domani sarà pesante come la vita,

 

quando si siederà, vincente, sul ramo che ci portava a terra, spezzandolo per sempre.

 

Mariano Tirimagni

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    Iron and stone sculpture
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